Preludio alla centratura

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Preludio perché è il preliminare , la messa in tono dell’armo, e ne deve anticipare la successiva,  corretta  accordatura.

 

PRIMA DI COMINCIARE

 

Orientamento degli arridatoi.

La maggior parte degli arridatoi  del Meteor  sono del tipo a 2 viti,  di ugual lunghezza, con 2 forcelle, e con filettatura Ø M8 x passo 1,25 mm, una destra e una sinistra , collegate ed avvitate ad un tamburo.

Se si tiene in mano un arridatoio a 2 forcelle, verticale, e tenendo ferme le 2 viti  si gira il tamburo in senso orario, può darsi che l’arridatoio si accorci. Anzi ipotizziamo proprio che si accorci.

Ora, se lo si capovolge sottosopra e si  gira il tamburo sempre in senso orario,  si allunga.

Orientare gli arridatoi significa montarli tutti e 5 alle rispettive lande (2 per la sartie alte, 2 per le sartie basse, più quello dello strallo) in modo che girando il tamburo per esempio in senso orario, tutti si accorcino. Senza questa elementare semplificazione, la regolazione del sartiame  è una sicura perdita di tempo. Già che ci si mette, vale anche la pena  di smontarli, gli arridatoi, di controllare che le filettature delle viti , delle madreviti del tamburo e dei controdadi di blocco siano in ordine, non grippate e non spanate. Non solo, è bene anche curare che la vite destra e quella sinistra imbocchino simultaneamente nel tamburo, ovvero ne sporgano di una ugual lunghezza , una volta avvitate.

Crocette.

Vanno smontate e controllate. Se sono del vecchio tipo  a saldatura lungo una generatrice, vanno semplicemente buttate e sostituite con del tubo in buona lega, estruso.

Particolare cura va messa nel controllo dei relativi bicchieri, in particolar modo quelli pressofusi (neri)  e rivettati, come pure delle boccole di raccordo in nylon.

I tappi esterni, quelli che collegano la crocetta alla sartia alta, dovrebbero essere tali da sporgere il meno possibile dal tubo, soprattutto se si è abituati a dare e recuperare spinnaker dal pozzetto.

Ciò premesso, ai fini della centratura è importante che l’angolo che le crocette fanno con il piano orizzontale sia uguale per ognuna delle 2 crocette ( per la precisione l’asse della crocetta  dovrebbe coincidere con la bisettrice dell’angolo formato dal tratto superiore e da quello inferiore della sartia alta, ovvero,  tradotto in numeri,  essere inclinato all’insù -partendo dall’albero- di circa 9° rispetto al piano orizzontale , 9° che corrispondono ad una differenza di quota di circa 10 cm, tra base ed estremità esterna della crocetta).

Per quanto riguarda l’angolo di chiusura delle crocette ( quello rispetto al piano verticale di simmetria della barca) deve ovviamente essere uguale per quanto consentito dalla precisione  dell’ assemblaggio albero-bicchieri e dovrebbe essere più stretto (con juicio) di quanto generalmente adottato , almeno per l’impiego regatistico e a radicata opinione di chi scrive .

Punti di simmetria.

Sono 2 punti segnati  a pennarello nella zona più esterna del trincarino , uno per ogni lato della barca , simmetricamente, nei paraggi dei verricelli di scotta ed  equidistanti ( misurati con bindella) dalla landa di attacco dello strallo di prua.

Baricentro e Rake.

Concentrati i pesi delle vele, del  motore, dell’ancora e di tutto il resto  in prossimità del baricentro della barca ( con buona approssimazione  a pagliolo, all’ interno della cabina, 40-50  cm. dopo il portello di ingresso)  e dopo aver sistemato un peso (a mò di filo a piombo ) alla drizza della randa , si regola lo strallo in modo da avere  un appoppamento dell’albero di 15-25 cm. a livello della trozza del boma, in acqua ferma , calma di vento e barca priva di persone.

CENTRATURA DELLA TESTA D’ALBERO

Con :

  • paterazzo in bando,
  • sartie basse completamente in bando,
  • crocette a egual inclinazione,
  • strallino in tensione ( per limitare le oscillazioni del centroalbero),

si lavora sugli arridatoi delle sartie alte fin tanto che una bindella metallica issata  in testa d’albero con la drizza della randa , oppure la drizza stessa, usata come un compasso, avrà dato identiche  misure fino ai due punti di simmetria ( conviene rimuovere il boma per una maggior comodità).

Centrato l’obbiettivo, è bene  bloccare  e nastrare con cura i controdadi .

D’ora in avanti , per sempre , qualunque modifica alla tensione di una sartia alta dovrà comportare lo stesso numero di giri, o frazioni di giro, in avvitamento o svitamento , anche sull’altra.

 

Si ricordi per inciso che un giro di 360° del tamburo dell’arridatoio comporterà un allungamento  -o accorciamento- di  2,5 mm., pari al passo di 1,25 mm. per la vite dex.+ 1,25 mm. per la vite sin , a patto che  alla vite superiore venga impedito di ruotare durante l’avvitamento/svitamento (quella inferiore è bloccata dalla landa). (*)

CENTRATURA DEL CENTRO-ALBERO

Con :

  • paterazzo in bando,
  • strallino in bando,
  • crocette a egual inclinazione,
  • drizza della randa collegata alla trozza del boma e messa in forte tensione,

si agisce sugli arridatoi delle sartie basse mandate in moderata tensione, fintantoché la canalina dell’albero, per tutta la  sua lunghezza, e osservata da poppa, non sarà  stata bisecata perfettamente dalla drizza della randa , tesa.

Anche qui va ricordato di bloccare e nastrare attentamente i controdadi.

Tale sarà la regolazione di base delle basse e qualunque modifica alla loro tensione dovrà essere simmetrica per ognuno dei 2 arridatoi.

 

Questi sono i lavori preliminari per impostare bene la centratura dell’armo.

Per farci un’idea delle molte opinioni, dei pochi dati certi, delle scuole di pensiero, delle teorie, degli arzigogoli su come tesare (o lascare) le alte e le basse, sarà necessario sviluppare un prossimo intervento.

 

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(*) Questo descritto, è un processo ragionevole per centrare la testa d’albero rispetto al piano di coperta. Può sorgere un dubbio : e se la chiglia e il bulbo della  barca fossero leggermente inclinati da una parte, non sarebbe più logico centrare l’albero rispetto al piano d’acqua ?  Domanda legittima. La soluzione allora sarebbe quella di svuotare completamente la barca, metterla in acqua ferma e in calma assoluta di vento e lavorare gli arridatoi  sino a   che l’albero  e la solita drizza della randa usata come filo a piombo , traguardati da poppa, siano perfettamente complanari.

(Per inciso, il confronto tra i due criteri di centratura dell’albero, consente di scoprire anche se il montaggio della propria chiglia fu eseguito correttamente).

Ma saremmo in grado di giudicare qual’è il criterio migliore e, soprattutto, di misurare le differenze di prestazione ?  Buon divertimento.

 

 

Carlo Cadeo

 

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