Rinfrescare l’attrezzatura

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TECNICA

nisunConsideriamo Nisün .
Barca vecchissima, record di campionati italiani vinti, splendidamente condotta e splendidamente ben tenuta .

Nei quasi cinquant’anni di vita il Meteor ha subito continue modifiche nell’attrezzatura e nella costruzione dello scafo, quasi sempre in senso migliorativo.
Il ritorno al progetto originario di E.G. Van de Staadt promosso dalla Nauticalodi ( uno scafo + una coperta, quindi senza i controstampi interni adottati dai precedenti costruttori Sipla , Comar e Cometeor) ha avviato una generazione di nuovi Meteor a robustezza e ad aspettativa di vita ancora più accentuata .

 

Eppure, Nisün docet, vediamo come anche barche vecchie possano primeggiare.

Vorrei qui proporre alcune idee per consentire ai proprietari di vecchie barche di migliorare la propria attrezzatura e di superare quel complesso di inferiorità che, ingiustificatamente, potrebbe scoraggiarli.

 

Albero
Molti vecchi alberi, quelli anodizzati color oro, sono più leggeri , più nervosi, quindi migliori.
Ma hanno i seguenti punti critici:

-Bicchieri porta-crocette rivettati.
Tali bicchieri, in alluminio pressofuso color nero, sono sconsigliabili per un uso regatistico,
a meno che il proprietario appartenga alla categoria “albero sempre dritto”.
Un albero sempre dritto limita la possibilità di quantificazione e distribuzione del grasso della randa.
La randa adatta per tali alberi non dovrebbe avere “giro d’albero” ovvero inferitura convessa e ciò comporterà che tutto l’allunamento della balumina sporgerà fuori , ovvero oltre l’ “ipotenusa” che va dalla penna alla bugna di scotta.
Se poi si considera che la lunghezza delle stecche prevista dai piani ufficiali è assolutamente inadeguata (soprattutto per la stecca bassa) , ne deriverà che alla minima tensione applicata alla scotta di randa o al vang, le balumine di tali rande anzichè rimanere baluminaesposte, si accasceranno verso il centro della vela, mostrando uno spigolo molto brusco nel profilo delle strisce di forma, e un ripiegamento di tutta la balumina verso sopravento, con conseguente innesco di turbolenza sull’estradosso della vela.
In altre parole, se esaminiamo la tavola 3 del Regolamento di Stazza vediamo come a metà della balumina della randa, ci sia una misura di 166 cm. che esprime la larghezza massima della vela in quel punto ( nota 6).
Se la randa sarà issata su un albero preflesso di 6/8 cm., allora 6/8 cm. di tessuto saranno assorbiti dalla curvatura dell’albero e tutta la balumina sporgerà dalla sopracitata ipotenusa in ragione di 6/8 cm. in meno.
E la randa avrà un aspetto più decente.

Posto che la flessione dell’albero – verso prua il centro, verso poppa la testa – dovrebbe aumentare all’aumentare del vento, le crocette saranno a loro volta sottoposte a flessione e i bicchieri rivettati rischieranno di strapparsi…
Ecco perchè i bicchieri degli alberi nuovi sono montati su un robusto collare ed ecco quindi perchè , finalmente, la sostituzione dei vecchi bicchieri rivettati con un nuovo collare è fortemente consigliabile anche sugli alberi vecchi…IMG_20170501_081530_BURST001_COVER

Prima di concludere l’argomento “albero dritto-albero incurvato” vorrei fare una digressione per riportare un’osservazione molto, molto ricorrente da parte di tutti gli equipaggi che si accostano alle loro prime regate sul Meteor ( e cui gli articoletti come questo sono rivolti). Dicono : “il nostro albero, vecchio o nuovo che sia, soprattutto nella parte alta piega verso prua”, esattamente il contrario di ciò che ci si vorrebbe aspettare.
Queste barche hanno invariabilmente sartie basse belle tese, strallini e vang poco efficaci .
Gli equipaggi raccontano : “non c’è verso, più tiriamo il paterazzo più la situazione peggiora”.
E ci mancherebbe altro !
Per ottenere che un albero armato come quello del Meteor abbia una forma decente non ci sono santi: il centroalbero deve poter muovere verso prua ( tirato da uno strallino e/o spinto da dietro dal boma -vedi vang-, il tutto a patto che le sartie basse non siano troppo tese), e la testa d’albero deve essere tirata verso poppa (paterazzo).
I paranchi per ottenere questi risultati devono essere di potenza adeguata e devono essere usati fino ad ottenere la forma dell’albero attesa.

-Crocette.
Vanno ispezionate internamente, e vecchie crocette in tubo saldato vanno sostituite con altrettante estruse in solida lega d’alluminio.

-Tappi all’estremità delle crocette
Sono una vera iattura per gli equipaggi che danno e ammainano lo spinnaker dal pozzetto.
Con un minimo di inventiva, è possibile sostituirli con qualcosa di meno sporgente evitando che la drizza dello spi o lo stesso spi vi si incattivino .

-Bozzello di spi e suo attacco alla testa d’albero.
Il bozzello dello spi in testa d’albero, data la sua difficile, alpinistica ispezionabilità, dev’essere di alta qualità.
E dev’essere calibrato sul diametro della drizza : se è troppo grande, la drizza può scarrucolare dalla puleggia, incastrarsi tra questa e la guancia del bozzello e provocare guai.
Il tondino inox ricurvo su cui si applica il bozzello dello spinnaker e che viene saldato alla piattina inox che ricopre la testa , su molti alberi ha un diametro di 3 mm. scarsi.
Troppo pochi; si piega verso il basso, col risultato di mandare il bozzello dello spinnaker ad interferire con lo strallo di prua.
Meglio sostituirlo e risaldarlo con un tondino Ø 5 o 6.

-Attacchi della ferramenta del vang a piede d’alberoIMG_20170501_091952

 

Chi non dispone della piastra inox forata impiegata al piede dei nuovi alberi dovrebbe evitare di usare moschettoni o grilli inox per collegare il vang alla fusione in alluminio pressofuso a piede d’albero. Virata dopo virata, strambata dopo strambata l’inox si mangerà l’alluminio. Meglio ricorrere a stroppi di solida cima da sostituire secondo usura.

 

 

 

 

Boma

IMG_20170501_082424Molte vecchie trozze, come quelle scorrevoli lungo la canalina dell’albero e realizzate in vera ” tolla inox “andrebbero sostituite con qualcosa di più solido. 
Il boma è un arnese molto sollecitato, soprattutto da chi servendosi di un vang potente lo usa anche per flettere l’albero ( e migliorare l’aspetto della propria randa, en passant).

Nel vang , e nel boma, si applicano forze considerevoli ; e calcolabili con la banale formuletta:   Forza = chili di tiro sulla cima del vang x numero di rinvii del paranco.
Si può arrivare al alcuni quintali, secondo i gusti.
Per questo, anche l’attacco del vang all’estruso del boma deve escludere di praticare fori per rivetti o viti nelle sezioni basse del profilo, da cui potrebbero partire cricche assai pericolose per l’integrità dell’estruso.

 

Scafo.

-Landa dello strallo.
E’ capitato che su alcune vecchie barche, sottoposte a forti carichi, la coperta nella zona di attacco dello strallo di prua si sia sollevata…
Anche se la cosa può sembrare esagerata, consiglierei di costruire una contro-landa da avvitare specularmente sotto la coperta (utilizzando le stesse viti della landa superiore) e da collegare per mezzo di un arridatoio ad apposito robusto golfare piazzato internamente al dritto di prua.
La funzione di questo artificio è di scaricare le trazioni dello strallo anche sul dritto di prua.

-Golfari del paterazzo.
Stesso problema anche per gli attacchi del paterazzo sullo specchio di poppa .

-Basi dei candelieri e candelieri.
La funzione dei candelieri è quella di contenere in sicurezza l’equipaggio; e non di attenuare gli urti che una barca di più di una tonnellata a pieno carico può subire da, o causare a un’altra barca nel corso di una collisione.
L’impiego di candelieri inutilmente robusti provoca, in caso d’urto, sradicamenti delle relative basi e demolizione delle stratificazioni della vtr in una zona critica dello scafo qual’è la giunzione scafo-coperta.

-Trasto della randa

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E’ un marchingegno completamente inutile sul Meteor, se si dispone di un vang adatto.
La totalità di quelli con cui ho avuto a che fare sulle barche di amici non funzionava, con livelli di attrito dei bozzellini e delle cimette direttamente proporzionale al loro costo.
Ciò che invece può essere utile è un semplice sistema di bozzelli e funi       (cima azzurra della foto) che adempia alla notevole funzione di richiamo del boma verso la mezzeria dello scafo o leggermente sopravvento, per esaltare l’effetto upwash (una miniera d’oro digitando: Arvel Gentry), quindi le capacità boliniere della barca nelle arie medio-leggere.

 

-Ferramenta del timone
Come già detto in precedenti interventi , è raccomandabile sostituire vecchie femminelle in alluminio pressofuso con altrettante nuove e più sicure, costruite in acciaio inox.

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Quelli sopra esposti non sono che alcuni dei suggerimenti per migliorare l’efficienza e la sicurezza della propria barca.
Sono opinioni personali e quindi sarebbe auspicabile che venissero commentate, o anche tranquillamente criticate da chi non le condivide.
Perchè, come in tutte le attività ricreative e sportive, e molto altro, l’impegno e la ricerca per la miglior messa a punto delle proprie attrezzature rappresenta già di per sè una parte del piacere.

C. C. – 30 aprile 2017

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