39° CAMPIONATO NAZIONALE METEOR 11-16 giugno 2012 Lago Trasimeno

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E’ cominciato tutto un giorno di inizio aprile, durante le vacanze pasquali. La richiesta di disponibilit?per la partecipazione al Campionato italiano Meteor, da parte di Marco, pluricampione italiano e notissimo nel mondo della vela, ?arrivata come una splendida sorpresa nell’uovo di Pasqua, che lascia a bocca aperta e con il fiato sospeso, prima di far aprire il viso ad un ampio sorriso di compiacimento.

Subito dopo, il dubbio, il brain storming di un cervello che cerca una soluzione al problema causato dalla concomitanza del Campionato con la fine dell’anno scolastico, che per un insegnante…e Biagio, il “prescelto”, ?un insegnante.

E’ inutile soffermarsi sulle diverse opportunit?vagliate e scartate, con un susseguirsi di ansie e titubanze, con soluzioni alternative, pur di non dover rinunciare ad una cos?bella avventura. Tant’?che finalmente i tasselli si sono combinati tra loro in modo ottimale e?ora il Campionato italiano ?l?che ci aspetta.

Iniziava cos?per Marco (timoniere), Giulia (prodiera) Biagio (centrale) un periodo di intensi progetti, di strategie studiate, di mail che si susseguivano intersecandosi in cieli diversi, mettendo in contatto tre localit? in cui l’acqua, il vento, le vele fanno parte del DNA, il Lago Maggiore, Bibione, La Spezia, dimostrando che, quando una passione accumuna gli essere umani, la distanza geografica si annulla con estrema facilit? I giorni passavano con un crescendo di ansiosa attesa del momento in cui si sarebbe passati alla fase operativa.

Alla fase progettuale e teorica quindi faceva seguito la realizzazione di un piano strategico che prevedeva l’instaurarsi di un clima di affiatamento, di sincronismo nell’azione, di condivisione di intenti.

Ci?comportava un serio lavoro insieme. Ecco cos?la partecipazione alle regate di Monvalle, il 5 e 6 maggio, di Bibione, il 19 e 20 maggio e poi a quella di Chioggia, il 2 e 3 di giugno. Ogni prestazione richiedeva spostamenti chilometrici, attese e ipotesi di lavoro, a cui, dopo la prestazione, seguivano riflessioni, autocritica e nuove ipotesi di lavoro.

I risultati venivano con una certa facilit?(due primi posti ed un secondo) e le aspettative per il momento cruciale salivano, anche se nessuno osava esporsi con pronostici ottimistici. Comunque l’adrenalina cresceva di pari passo con l’autocontrollo, malcelata per?in uno sguardo pi?rapido, in un gesto pi?frenetico, in un commento pi?teso.

Bene, detto ci?per?c’?da aggiungere che di questo caravanserraglio faceva parte una quarta persona, definita dai tre nostri eroi ” addetta alla logistica”, bont?loro!

Visto per?che la quarta persona sono proprio io, Patrizia, la compagna di vita di Biagio voglio, spendere due parole per raccontare cos’?un’esperienza come questa dal punto di vista di chi ci mette comunque il cuore, ma poi, nei momenti pi?esaltanti, deve accontentarsi di guardare, attraverso le lenti compiacenti di un binocolo, la realizzazione di ci?di cui si ?a lungo parlato, discusso, progettato insieme. L’ansia, che non ?condivisa da vicino, sul campo, implode, gli sproni e gli incitamenti, strozzati nella gola, non arrivano alle orecchie di chi in quel momento ?in prima linea. Da terra le vele gonfie di vento appaiono come formiche che, per giungere alla meta, si snodano ora in fila, ora in piccoli gruppi, ora in lotta per sorpassarsi. Gli spinnaker colorati, simili ad un vezzo di perle multicolori spezzato da una mano distratta, sollecitano scatti di foto da mostrare ai regatanti al loro arrivo.

Le lunghe attese in solitudine , da parte di chi ?solo spettatore, del rientro di chi ha agito da attore sono pause di sospensione del respiro, che si scioglie e torna libero solo quando le prue si rivolgono ai moli, vuoti e addormentati dopo il loro allontanarsi, ma brulicanti di vita, di voci gioiose, di squillanti risate subito dopo l’accostarsi delle imbarcazioni di ritorno dalla loro sfida.

Quando i tuoi “eroi” volano davanti, si cimentano in una strambata esemplare e tagliano il traguardo tra i primi, be’ allora capisci cosa intendeva Saba quando scriveva questi versi della poesia “Goal”:

 

Presso la rete inviolata il portiere
– l’altro – ?rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi ?rimasto sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa – egli dice – anch’io son parte

 

Io non sono un portiere, n?per formazione n?per struttura fisica, ma posso assicurare che per sentimenti mi sono identificata in lui nel profondo? Il risultato finale ?stato superiore a quanto ciascuno di noi diceva di sperare, ma inferiore a quello che infine, sempre senza esplicitarlo, ciascuno di noi sperava in cuor suo: un secondo brillante e meritatissimo posto ha concluso un’avventura davvero speciale.

Davvero speciale al di l?del risultato sportivo,speciale per gli stati d’animo e i sentimenti che ha suscitato. In particolare il senso di appartenenza e di complicit?dettato dal sentirsi parte di un gruppo molto coeso, quello della flotta Meteor , che in questa occasione ?stata onorata dalla presenza dei “grandi vecchi” simbolo della sua stessa storia: ing. Arcaini. Il clima che si respirava era un insieme di goliardia, di condivisione, di sfott?sempre misurati, di compartecipazione serena e di collaborazione. Tra noi Danilo, timoniere non vedente, che univa la battuta pronta ed ironica di Firenze, sua citt?di residenza e, con lo slancio empatico e la generosit?della sua terra, la Sicilia. Esempio di come l’essere umano pu?essere pi?forte delle avversit?del destino.

Che dire poi dell’accoglienza, delle attenzioni, della solerzia degli organizzatori, che hanno coccolato e supportato i concorrenti e i familiari al seguito, con attenzione e con una presenza assidua e disponibile?

Ora tutto ?concluso… Al vuoto pneumatico che fa seguito alla fine di un evento impegnativo e totalizzante (Mi tornano in mente gli esami di maturit?o universitari del mio lontano passato),fa seguito la necessit?di riprogrammare la vita su altre mete, su traguardi futuri , su altri sogni da realizzare. Intanto, piano piano tutto il vissuto dell’esperienza appena fatta si trasforma in ricordi. L’evento che ci ha visti protagonisti, nei vari ruoli, diventer?pi?sfuocato nei dettagli, con lo scorrere del tempo, ma rester?indelebile negli stati d’animo, nelle emozioni e nei sentimenti che lo hanno alimentato.

Grazie “grande equipaggio”!

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