Prendendo spunto dal bestseller dei fratelli Molinari, “Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano”, mi accingo a raccontarvi la mia vittoria al 53° Trofeo Fiorillo, andato in scena domenica 30 giugno nelle acque del Golfo di Spezia. Sì, “nel loro piccolo”: infatti se si vanno a scorrere le classifiche dei diversi eventi sparsi nelle varie sedi delle flotte nazionali, ben poche volte si potranno leggere, quali vincitori, i nomi dei Capiflotta Meteor. Sarà una maledizione o una prerogativa il fatto che i Capiflotta non riescono mai a mettere in fila i loro associati? Confesso di averci pensato non poco prima di accingermi, come sempre, a fare la cronaca di una bella regata, corsa sotto un sole rovente, tra mille motoscafi che, incuranti della gara, incrociavano le “lente” barche con le “vele tutte colorate”. Ho pensato che non fosse giusto autocelebrarsi, raccontare di una “regata perfetta”, condotta dall’inizio alla fine, di una vittoria davanti al Campione Nazionale in carica, di una vittoria mai messa in discussione. Forse è troppo? Provate a chiederlo agli altri regatanti che alla fine hanno dovuto ammettere che, domenica scorsa, “il capoflotta aveva una marcia in più”. Ore 11,00 partenza dal “catino” del molo Italia, praticamente in città, là dove il vento è spesso inesistente ed estremamente “ballerino”. Si parte insieme ai Gran Crociera e ai J24. Una bolgia? No, perché, complice il gran caldo, la stagione, le ferie, gli impegni familiari e non o la diminuite volontà, le barche non sono tante. Anche i numerosi meteoristi spezzini battono la fiacca e al via sono solo in cinque: Broomstick con M.Grazia Stimamiglio, Roberto Capozza e Paolo Vaccarone, Serbidiola con Enrico e Paolo Pucci e Massimiliano Biagini, StaGalla con Biagio Pergola, Lorenzo Cerruti e Fabio Caleo, Top Yacht 2.0 con Stefano Antognetti, Elio Datteri e Eros Pasini, Zenzero con Paolo Gigliola, Edoardo Pasini e Sauro Mozzachiodi.
Assistiti da un bel Sud Est tra i 6 e gli 8 nodi, un vero regalo, si può partire perfettamente in orario, grande “stranezza”. Tranne il capoflotta, quasi tutti scelgono la sinistra dove la battaglia è serrata, soprattutto tra Top Yacht 2.0 e Serbidiola. Forse anche per questo StaGalla riesce a “volatilizzarsi” e, solo all’uscita dal varco di levante della diga foranea, la flottiglia si accorge che la scelta del lato destro ha premiato ampiamente. Veramente notevole il vantaggio del capoflotta al primo imbuto del varco. Ma la regata è lunga e c’è modo di recuperare. Serbidiola è la prima ad accodarsi al leader e a rosicchiargli pian pianino lunghezza su lunghezza mentre Top Yacht 2.0 e Broomstick provano la rotta diretta al giro di boa del Tino. Enrico e papà Paolo Pucci finalmente riescono a raggiungere ed affiancare da sottovento Biagio&C.
Ma ecco l’attesa rotazione del vento ad ovest, che condanna, per il momento, Top Yacht 2.0 e Broomstick, mentre StaGalla prima, Serbidiola subito dopo e Zenzero ancora dopo, partono come frecce. StaGalla però sembra davvero avere una marcia in più e la distanza tra le barche, onda dopo onda, si amplifica sempre più. Il campione italiano, Serbidiola, rompendo gli indugi, vira e prova ad anticipare il diretto rivale, che invece continua a navigare velocissimo nello “scarso”. Ancora una scelta vincente quella del capoflotta, che, posticipando la virata, riesce a sfruttare appieno la rotazione del vento e a navigare velocissimo a ridosso dell’isola Palmaria e in perfetta rotta verso il giro di boa. Ancora tante e tante lunghezze dividono le prime due barche.
Alla boa però si impone ancora una scelta: “rotta diretta, poggiata, verso il varco di levante o rotta più stretta verso il canale di Portovenere?” Il capoflotta opta per la seconda e, in perfetto controllo su Serbidiola, vola a 6,7 nodi di velocità. Altra attesa rotazione del vento che permette così una rotta quasi diretta verso il varco di levante. StaGalla aspetta la strambata di Serbidiola per strambare a sua volta per entrare in diga. Il vantaggio di StaGalla è ancora importante ma sicuramente inferiore. Due miglia all’arrivo e soprattutto la consapevolezza, che in fondo al “catino”, Eolo può riservarti di tutto. Due miglia interminabili, dove la “paura di vincere” spesso è più potente della “voglia di vincere”. L’errore e dietro l’angolo, così come la distrazione e la confusione mentale. Serbidiola si avvicina pericolosamente, anche perché davanti l’aria cala, mentre dietro spinge ancora. Una strambata, una seconda e la linea di arrivo è sempre più vicina. Anche Serbidiola si avvicina sempre più. Il triplo “Urrà Urrà Urrà” della barca giuria finalmente scioglie la tensione, la fatica e la calura su StaGalla. Il capoflotta ha vinto, ha vinto dopo un lungo, forse troppo, digiuno. È la prima vittoria a bordo di StaGalla.
Si sfata forse la tesi che i Capiflotta non vincono? Ma “anche le formiche nel loro piccolo si incazzano”.
Complimenti a tutti.
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