In solitaria 2020

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Chissà se l’arguto Van de Standt, nel lontanissimo 1968, anno in cui disegnò il Meteor, prima barca a bulbo in vetroresina, poteva immaginarsi il così duraturo ed eccellente successo di questo piccolo sei metri. Realizzato nei cantieri Sipla di Forlì ed esposto per la prima volta al Salone Nautico di Genova nel 1969, il Meteor ha subito riscosso curiosità ed entusiasmo tra gli appassionati. Una curiosità che negli anni si è sempre più rafforzata e consolidata. Viene utilizzato dapprima come barca da diporto e poi, attraverso i vari passaggi alla Colmar, alla Nautica Luino ed infine alla Nautica Lodi, come barca da regata. E che regate! Parliamo non solo di piccole regate costiere, ma anche di regate impegnative, come la Napoli-Salerno-Napoli o la Napoli-Capri-Napoli. Negli anni la “barchetta” si è assicurata un posto nella FIV e tuttora può vantare Campionati di Flotta con oltre 60 equipaggi. E cosa dire dei personaggi che hanno animato la Classe negli anni; nomi come Favini, Nava, Negri, Montefusco, De Angelis, Ford, per citare solo, forse, i più noti. Ma il Meteor, senza nulla togliere, è molto di più.

È una barca assolutamente marina, capace cioè di “tenere il mare” in maniera ottimale fino a conquistarsi la fama di “barca sicura”, in grado di affrontare anche condizioni da veri marinai. Molti l’hanno utilizzata senza particolari aggiustamenti per campeggio nautico, spingendosi anche oltre le prudenziali 6 miglia. Molti, alcuni noti e altri assolutamente poco conosciuti, hanno “utilizzato” questa “barchetta” per raggiungere mete come le isole Eolie, Ventotene, Ponza, Giglio, Elba, Capraia, per non dire della Corsica. Sicuramente tra questi c’è qualcuno che ha navigato in solitaria con spirito marinaresco, ma nella consapevolezza di cavalcare un mezzo sicuro ed affidabile. Perché non provarci allora? Poche ma imprescindibili conoscenze e capacità, unite a spirito di adattamento e tante tante misure di prevenzione e sicurezza, possono sicuramente permettere a quasi tutti di programmare una solitaria con il proprio meteor.

Lo scrivente ne è testimone. Il Covid 19, il lockdown, la conseguente interruzione di qualsivoglia manifestazione e la voglia di rifarsi mi hanno ispirato e spinto a voler provare l’emozione di una solitaria. Itinerari, miglia, approdi, attrezzatura, cambusa e meteo sono stati vagliati e valutati attentamente e con scrupolosità. Qualche uscita in mare per testare attrezzature e manovre, un’occhiata alla giusta finestra meteo e via, si mollano gli ormeggi. L’aspetto più affascinante dell’esperienza, per me la prima spero di una lunga serie, è stato il passaggio, quasi immediato, da uno stato d’ansia nel pre partenza ad uno di completa serenità nel post partenza, come se, mollando gli ormeggi si lasciassero alle spalle tutte le preoccupazioni, i problemi e i dubbi che affollano i pensieri e l’anima.

Il tempo perde ogni ritmo, non importa se navighi a 2 o a 5 nodi. La rotta, se non coincide con la meta, coinciderà. Anche l’olfatto sembra avvertire in modo più significativo l’odore del mare, un mare più amico del solito, più azzurro, più ricco di fascino. Una insolita tranquillità si impossessa piacevolmente di tutto il tuo io, con la voglia che tutte queste piacevolezze non ti lascino mai più, e diventa l’auspicio del momento e non solo.

Ancora più piacevoli le sensazioni che ti pervadono allorquando, insieme alla tua fidata “barchetta”, giungi alla meta prefissata. Ti senti veramente appagato e felice e, anche se hai percorso solo 20 o 30 miglia, per te è come se avessi completato il giro del mondo. Ti senti un “eroe”, un vero navigatore. Altrettanto piacevole è stato l’ormeggiarsi in un nuovo porto, approntare la barca per la notte, prepararsi una cenetta in pozzetto, riportare i ricordi della giornata sul “diario di bordo”, mentre le ombre della sera ti avvolgono in un rinfrescante abbraccio, e gustarsi pigramente un buon caffè e quel silenzio assordante sotto un cielo più stellato del solito. La sveglia del mattino non è assolutamente un incubo ma un piacere, l’inizio di una nuova giornata ricca di sana monotonia: mare, vento e sole.

È forse questa la felicità?

Per i più curiosi sono state quattro le giornate trascorse in mare. Gli approdi sono stati: Viareggio, 23 miglia, Livorno, 20 miglia, Marina di Carrara, 32 miglia e ovviamente La Spezia, 14 miglia. Finisce qui?

No, è solo l’inizio.

 

Provaci anche tu.

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