Non c’è che dire, il progetto di Van de Stadt si dimostra, nonostante l’età, una imbarcazione trasversale e sempre attuale, capace di soddisfare le diverse esigenze dei suoi armatori. Non solo in regata, di flotta, match o team race che sia. Biagio Pergola ed Enrico Orrico ci hanno dimostrato che, con le dovute pianificazioni, pochi cambiamenti non invasivi, si può anche navigare in solitario e raggiungere Palermo da La Spezia o Barcellona da Marina di Massa.
A bordo di Stagalla, Biagio Pergola, partito in solitario lo scorso 21 Giugno da La Spezia, ha raggiunto Cefalù il 7 luglio, macinando circa 40/50 miglia al giorno, a volte anche di più. Una variazione al progetto iniziale che avrebbe dovuto concludersi a Palermo, ma per problemi di ordine organizzativo, giunto a Cefalù, Biagio ha realizzato che la sua impresa avrebbe dovuto terminare li. Una preparazione lunga, attenta, curata. Ha cominciato dalle vele, si è dotato anche di un gennaker che arma su un bompresso costruito con un asta di quelle per il salto con l’asta, specialità praticata in passato da Pergola. Rinforzata nei punti critici è fissata a prua.
Il pilota automatico gli è stato donato da Roberto Capozza, capoflotta di La Spezia a cui appartengono Pergola, (capoflotta uscente), ed Orrico. Per ricaricare le batterie di tablet, cellulare e navigatore, un pannello solare. Per la cambusa ha attinto ad un lavoro approfondito sulla nutrizione e sport che aveva svolto anni prima: “ La cambusa del velista” dove si individuano i cibi più adatti, in termini di apporto calorico e proteine ecc, per l’alimentazione in barca. “Ho un menù giornaliero che cerco di rispettare. Ho creato anche un fornello basculante con cui preparare il caffè e gli spaghetti!” ha affermato ridendo. “Ho stipato tutto a poppa, devo integrare davvero poche cose”.
Tratte di circa 40/45 miglia alle quali si è preparato anche fisicamente, con un allenamento mirato a rinforzare i punti deboli e più sollecitati in barca.
Prima tappa Livorno, poi l’Elba, il Giglio, e man mano sempre più giù San felice Circeo, Ischia, Salerno, la sua città d’origine, dove ha incontrato un drappello di vecchi amici che lo hanno festeggiato ricordando i vecchi tempi.
Navigazioni quasi sempre tranquille, con momenti di bonaccia e forte caldo, combattuto a suon di secchiate d’acqua versate addosso per rinfrescarsi. Non sono mancate però giornate di vento che hanno reso impegnativa la traversata ma anche divertente ed adrenalinica!
“I passaggi più impegnativi li ho vissuti tra il Giglio e Civitavecchia, dove ho trovato vento forte, ma la barca era molto equilibrata e mi sono divertito a giocare a suon di planate con le onde, ero sotto gennaker. Giunto in porto ho riguardato la traccia e le velocità toccate: ho registrato una planata a 9.5 nodi!!! Molto impegnativo anche il tratto da Capri a Salerno; nel canale ho trovato di nuovo tanto vento ed onda, ma appena superato Punta Campanella sono finito in una grossa e lunga bonaccia. I momenti di bonaccia per me sono stati i più difficili, per il caldo, la concentrazione, per i bordi che ho dovuto fare poiché non volevo andare a motore…” ha raccontato Pergola.
“Anche nel canale di Sicilia ho incontrato vento forte e onda. Mi sono meravigliato della lucidità che ho mantenuto dopo tanti giorni di navigazione in cui la stanchezza ormai avrebbe potuto prendere il sopravvento. “ ha continuato “Un sogno che coltivavo da un po’ di anni e che finalmente ho realizzato. Torno senza dubbio arricchito tecnicamente, ma soprattutto umanamente. L’affetto ed il sostegno che ho ricevuto nella chat che avevo aperto per condividere solo qualche momento con pochi amici mi ha tenuto su il morale e mi ha dato tanta carica e sicurezza, tutto l’affetto e l’entusiasmo che ho percepito!” ha affermato Biagio con il suo tono pacato ma pieno di entusiasmo.
“ho incontrato un altro “solitario”, diretto in Grecia con un barca da crociera. Mi precedeva nei porti, a volte abbiamo cenato insieme sulla sua barca. Un momento di bellissima complicità e divertimento è stato quando mi ha applaudito per averlo superato a Capo Palinuro, mentre ero sotto spi. E’ stato molto bello. Ci teniamo in contatto tuttora.”
A desiderare una navigazione in solitario in Meteor, non è stato l’unico. Marina di Massa-Barcellona è la rotta che ha seguito Enrico Orrico, partito subito dopo il Campionato Italiano di Classe dove si è classificato al terzo posto. Giusto il tempo di cambiare l’assetto della barca, da regata a quello da crociera, un pannello solare, il pilota automatico un tablet e via, verso la Spagna.
Enrico Orrico ha una lunga storia di navigazione e regate alle spalle. Ha vinto la Giraglia nel 1995, a bordo di Mucillagine Rosa, diverse Roma per Tutti a bordo di Assuntina, continua a navigare ogni volta che può.
“Ho comprato un meteor perché a La Spezia c’è una bella flotta e volevo regatare, ma subito ho avuto voglia di navigarci. Ho sempre navigato tanto. Alcuni mesi fa ho comprato Grisù, ed appena ci sono salito a bordo ho capito che era ed è un progetto molto valido. Van de Stadt ha progettato molte barche per lo IOR che ho sempre trovato molto marine, molto adatte alla navigazione.
Ero già stato all’Elba ma ora volevo arrivare fino a Barcellona. Alla prima finestra di buono sono partito.
Ho trovato tempo bello e sono riuscito a concludere quattro tappe partendo da Marina di Massa: Varazze, Menton, Le Levandou, Cassis. Tempo bello, tutto bello così ho attraversato la Costa Azzurra.
In avvicinamento al confine con la Spagna è arrivato il brutto. Devo dire che mi ha fatto un po’ paura: nel golfo il Levante spara forte e alza l’onda. Più sei fuori più pigia forte. Ero molto a largo e andavo incontro alla sera. Ho poggiato, mi sono legato, ho messo fuori il ciambellone salvagente e, infine, sono entrato nel porto di Argelès sur la Mer.
Ho provato nei giorni successivi a riprendere il largo, ma il vento mi ributtava dentro così sono tornato a casa dai mie 4 nipotini ed ho aspettato una finestra di buono e concludo il viaggio. Purtroppo però ho dovuto rinunciare. Il mare ed il vento mi hanno rifiutato.
Dovrò riportare la barca in Italia via terra. Ci riproverò, più preparato! Da questa esperienza ho imparato che per conoscere le condizioni e previsioni meteo per attraversare il golfo bisogna contattare il faro, ascoltare le loro previsioni e chiedere loro tutte le informazioni necessarie. Mi ero affidato ai nostri siti meteo, ineccepibili per il nostro mare ma meno precisi in questo tratto.”
A noi sembra che nonostante mancassero poche miglia all’arrivo, i progetti di Biagio ed Enrico sono stati centrati ed hanno scritto qualcosa che resterà nella storia del nostro Meteor.
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