Ricevo e pubblico da Marco questa lettera che apre un dibattito su alcuni temi. Mi auguro che su questo si possa aprire una costruttiva discussione.
Fate le vostre considerazioni e commenti utilizzando “Lascia un commento” sotto l’articolo nel nostro sito.
Lascio spazio al dibattito prima di esprimere le mie considerazioni.
Buona lettura,
Mario Forgione
Ciao,
sono Marco Vaccarini un regatante meteorista di vecchia data.
Quest’anno ho partecipato ad alcune regate e, se da un lato sono rimasto soddisfatto di vedere molti giovani appassionarsi alla classe, per contro ho notato alcune situazioni che mi hanno lasciato perplesso sul futuro della Classe.
Per quest’ultimo motivo mi rivolgo ai Dirigenti Assometeor, Capiflotta, Soci armatori per esporre alcune mie personali considerazioni.
Abbiamo assistito a regate di rilevanza nazionale (Autunnale La Spezia,Interlaghi Lecco,Interzonale ecc.) con date di svolgimento concomitanti tra loro che hanno costretto i vari equipaggi a delle scelte perché impossibilitati a partecipare a tutti gli eventi.
Completa mancanza di pubblicità sulla stampa dedicata (vedi campionati italiani e match race). Il sito risulta latitante su tutti gli eventi delle varie zone quindi mi chiedo come può essere incentivato il regatante a partecipare alle regate se non è informato sul loro svolgimento. Personalmente ho assistito ad un’assemblea di flotta dove si lamentava la costante perdita di partecipanti alle regate.
Dov’è il Monotipo? Al campionato italiano di quest’anno al quale ho partecipato non ho assistito ai controlli di stazza, alcune barche si sono presentate con vetri laterali resinati, candelieri in carbonio ecc alla mia domanda di regolarità di queste modifiche mi è stato risposto in modo molto vago. Credo che la classe Meteor meriti una maggiore attenzione alla monotipia .
Spero di aver dato inizio ad un dibattito costruttivo per la Classe che mi auguro sia sempre attiva coinvolgente e con lo spirito di convivialità che l’ha sempre contraddistinta e aspetto delle risposte certe alle mie considerazioni.
MARCO VACCARINI
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